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Funzione

Ai sensi dell’art. 1, co. 2 della legge 286/2003, i Comites sono organi di rappresentanza degli italiani all’estero nei rapporti con le rappresentanze diplomatico-consolari.

Anche attraverso studi e ricerche, essi contribuiscono ad individuare le esigenze di sviluppo sociale, culturale e civile della comunità di riferimento; promuovono, in collaborazione con l’autorità consolare, con le regioni e con le autonomie locali, nonché con enti, associazioni e comitati   operanti nell’ambito della circoscrizione consolare, opportune iniziative nelle materie attinenti alla  vita sociale e culturale, con particolare riguardo alla partecipazione dei giovani, alle pari   opportunità, all’assistenza sociale e scolastica, alla formazione professionale, al settore ricreativo, allo sport e al tempo libero.

I Comitati sono altresì chiamati a cooperare con l’Autorità consolare nella tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini italiani residenti nella circoscrizione consolare.

Il Comitato degli Italiani all’Estero (Com. It. Es.) è un organo di rappresentanza degli italiani all’estero nei rapporti con le rappresentanze diplomatico-consolari, i quali vengono istituiti in ogni circoscrizione consolare ove risiedono più di 3.000 cittadini italiani. Gli italiani residenti nella circoscrizione di Londra sono circa 404.160 secondo l’ultimo rapporto del Consolato di Londra (a esclusione di coloro che non sono iscritti all’Anagrafe degli Italiani residenti dall’Estero, AIRE) e rappresentano circa l’8% della popolazione italiana residente all’estero.

Il Comites di Londra, in collaborazione con gli uffici consolari, individua le necessità di natura sociale, culturale e civile della collettività italiana, per promuovere attività di supporto per i/le residenti/e italiani/e in materia di vita sociale e culturale, assistenza sociale e scolastica, formazione professionale, settore ricreativo e tempo libero.

Il Comites di Londra è composto da 18 consiglieri/e, che restano in carica cinque anni e non recepiscono remunerazione, in quanto volontari/e. Tali membri sono eletti sulla base di liste di candidati sottoscritte dai cittadini italiani residenti in ogni circoscrizione consolare. I connazionali possono organizzarsi per formare liste di candidati composte da persone che godono della loro fiducia, tra le quali verranno poi eletti i membri dei Comites.

In occasione delle elezioni del Comites, possono votare tutti/e i/le cittadini/e italiani/e maggiorenni residenti all’estero, iscritti nelle liste elettorali e residenti da almeno 6 mesi nella circoscrizione consolare. Si vota per corrispondenza, purché gli/le interessati/e hanno fatto pervenire – entro la scadenza prevista per legge – all’ufficio consolare di riferimento apposita domanda.

I Comites in quanto organi pubblici, ricevono dei finanziamenti dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, che investono nelle attività e nei progetti di rappresentanza e supporto alla comunità italiana. Per maggiori informazioni sui capitoli di spesa, cliccare qui.

La storia dei Comites inizia alla fine degli anni Sessanta con l’istituzione dei primi Comitati di Assistenza Consolare (Co.As.It.), previsti dall’articolo 53 del D.P.R. del 5 gennaio 1967 n. 18 (“Ordinamento dell’Amministrazione degli affari esteri”). Si trattava di organismi non elettivi e dunque non rappresentativi delle collettività italiane all’estero. Le comunità italiane nutrivano aspettative molto più ampie, il loro obiettivo era la creazione di organismi autonomi e rappresentativi che potessero interloquire con i Consolati, collaborando con questi ultimi nelle iniziative a favore delle collettività.

La storia dei COMITES 

Prima Conferenza Nazionale dell’Emigrazione

Gli italiani residenti all’estero ebbero la prima opportunità per far sentire la propria voce in occasione della 1a Conferenza Nazionale sull’Emigrazione nel 1975.
Il Convegno di quell’anno fu vissuto dagli italiani all’estero come una occasione da non perdere: per la prima volta essi potevano formulare le loro richieste ed illustrare i loro progetti in un foro istituzionale. Nonostante le aspettative e l’intenso lavoro di preparazione, i risultati della Conferenza non rispettarono le attese delle nostre comunità all’estero.

I Co.Em.It. 

Il primo risultato apprezzabile venne solo dopo dieci anni quando, con la legge n. 205 dell’8 maggio 1985 (“Istituzione dei comitati dell’emigrazione italiana”), nacquero i Comitati dell’Emigrazione Italiana (Co.Em.It). Si passò dunque da una forma di nomina consolare a una rappresentazione scelta da un voto democratico.

Le prime elezioni dei Co.Em.It si tennero il 23 novembre 1986, a eccezione di Australia, Canada e Germania: i governi di questi stati posero il veto all’organizzazione di elezioni previste da leggi straniere nei propri territori. Negli altri stati, i membri del Co.Em.It. vennero eletti col metodo proporzionale sulla base di liste di candidati/e concorrenti. I/le consiglieri/e rimanevano in carica per tre anni ed erano rieleggibili per il mandato successivo. In pratica, tuttavia, le competenze e l’autonomia dei Co.Em.It risultarono incerte, favorendo in alcuni casi anche situazioni di conflittualità con le autorità consolari. Per queste ragioni, le nostre comunità chiesero una riforma che desse ai Co.Em.It. una maggiore autonomia.

La 2a Conferenza Nazionale dell’Emigrazione

Una buona occasione per sollecitare cambiamenti, si presentò nel 1988, quando venne convocata la 2a Conferenza Nazionale dell’Emigrazione. In questa occasione, vennero adottate delle riforme importanti: la nuova normativa (legge n. 172 del 5 luglio 1990, “Norme di modifica ed integrative della legge 8 maggio 1985, n. 205, sui comitati dell’emigrazione italiana”) chiarì le funzioni ed il ruolo dei Comitati, e ne cambiò anche il nome in Com.It.Es. (Comitato degli Italiani all’Estero), sottolineando così la discontinuità col passato. La riforma inoltre allungò a cinque anni la durata in carica dei Comites e ne delineò la struttura amministrativa. L’organizzazione dei Comitati fu innovativa anche dal punto di vista finanziario, prevedendo una maggiore autonomia nel reperimento dei fondi necessari alla attività dell’ente. Le prime elezioni dei Comites si tennero il 26 maggio del 1991. Anche questa volta, in Australia, i Comites vennero nominati dai Consoli per via del veto alle elezioni da parte del governo australiano.

Il C.G.I.E. 

Un secondo risultato della Conferenza del 1988 fu l’istituzione del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (C.G.I.E.), l’organo di consulenza del governo e del parlamento sui grandi temi di interesse per gli italiani all’estero, istituito con la legge n. 368 del 6 novembre 1989 368 (modificata dalla Legge 18 giugno 1998, n. 198) e disciplinato dal regolamento attuativo di cui al D.P.R. 14 settembre 1998, n. 329.

Il C.G.I.E. deriva la sua legittimità rappresentativa dall’elezione diretta da parte dei componenti dei Comites nel mondo e da un certo numero di rappresentanti di associazioni operanti nel Paese estero di appartenenza.

Il C.G.I.E. si compone ora di 63 Consiglieri, di cui 43 eletti direttamente dall’estero e 20 di nomina governativa. I suoi organi istituzionali sono l’Assemblea Plenaria, il Comitato di Presidenza (composto oltre che dal Ministro degli Affari Esteri, dal Segretario Generale, da quattro vicesegretari Generali e da quattro rappresentanti delle diverse aree), sette Commissioni Tematiche, tre Commissioni Continentali, la Commissione di nomina governativa e i Gruppi di Lavoro.

L’ultima riforma dei COMITES

L’ultima riforma importante, che dimostra anche una rinnovata attenzione da parte dell’Italia verso l’emigrazione italiana, è quella del 2003. La normativa che regola i Comites viene profondamente rinnovata dalla legge 23 ottobre 2003, n. 286 e dal D.P.R. 29 dicembre 2003, n. 395 (Regolamento di attuazione). Infatti, tra le numerose novità, si registra in primo luogo l’introduzione del voto per corrispondenza. Un altro elemento di particolare novità è costituito dall’art. 1, comma 2 che definisce per la prima volta i Comites come “organi di rappresentanza degli italiani all’estero nei rapporti con le rappresentanze diplomatico-consolari”.  In questo modo, la legge istitutiva valorizza il loro ruolo, tanto nei confronti delle collettività di cui sono espressione e tanto delle Autorità Consolari. La nuova legge ribadisce, infatti gli stretti rapporti di collaborazione e cooperazione che debbono instaurarsi fra autorità consolare e Comites, anche attraverso il “regolare flusso di informazioni”.

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